Testimonianza di un Sopravvissuto
Cara Patria,
Scrivo rinchiuso nel bagno della scuola, l’unico luogo in cui si possa ancora respirare aria di tranquillità. Mancano pochissimi giorni al Festival e la tensione sta iniziando a salire. Le prove diventano sempre più intense e faticose, e il clima percepito è macabro e aspro.
Tra le mura gelate della nostra sala prove aleggiano sempre le stesse parole: „NON ANDRETE A CASA, FINCHÉ NON FARETE TUTTO GIUSTO”.
Siamo segregati qui da giorni, la gente intorno a me inizia a delirare e a compiere azioni innaturali ed insensate. Bicchieri, bottiglie e cartacce di merendine disseminano questa landa desolata. Le calorie di questi viveri ci sostentano appena, ed essi sono diventati la nostra unica vera speranza. È difficile andare avanti, ma ci ma sorreggeremo l’un l’altro, ora e sempre, ripetendoci infinitamente che dobbiamo conservare le forze per quel fatidico 20 aprile nel quale mesi di sacrifici troveranno l’idolatrato fine.
Coreografi e registi non ci risparmiano nulla. Si narra addirittura che siano i più spietati e agguerriti di tutta la storia del Rainerum. Ci tengo dunque a raccontarvi alcuni episodi che sono accaduti durante le prove, come testimonianza di ciò che è in grado di compiere una persona convinta e agguerrita.
L’altro giorno un nostro compagno non ce l’ha fatta e si è ritirato. Molti lo vorrebbero seguire, ma la strada del disertore non è facile: si dice che ci sia gente pronta a passare intere notti ad elaborare un buon piano ed una scusa valida per fuggire da questo carcere psicologico. Oramai si è agli sgoccioli e si tenta di tutto per scappare inventando scuse come la visita di parenti lontani mai visti prima, animali con evidenti problemi di solitudine a cui bisogna fare compagnia e gare sportive improvvisate al momento. Se continueremo su questa strada saremo costretti tutti alla ritirata, dati i continui scatti di ira provocati nei nostri rappresentanti.
Io e i pochi rimasti troviamo sfogo solamente nella nostra mente e nell’idea che prima o poi saremo liberi da questa gabbia, ma anche quest’ultima sta andando via via svanendo.
Sento le lori voci in lontananza: gente che urla, strepiti acuti…
Devo nascondermi prima che mi trovino.