Non Tutto Sembra Come Fa
È cominciato tutto 4 anni fa. Era l’ottobre del lontano 2013 e mi accingevo a scendere in atrio per passare la pausa con i miei amici quando venni fermato da uno dei rappresentanti del Festival di quell’anno: Luca Langgartner. Mi disse che gli mancavano delle persone per il musical e mi chiese se volessi partecipare e io ho accettato. Ripensandoci adesso credo di aver detto di sì solo perché avevo paura di Luca. Sono sempre stato un ragazzo timido, che piuttosto che mettersi in gioco, si tira indietro e lascia il riflettore ad altri.
Quell’anno avrei dovuto fare uno degli apostoli nel musical Jesus Christ Superstar, ma ci furono dei problemi con le iscrizioni e il giorno della serata in cui saremmo dovuti esibire mi hanno detto che non sarei potuto salire sul palco: dire che ero triste è un eufemismo. Il vecchio me, dopo tutto l’impegno nei mesi precedenti, avrebbe rinunciato al festival, ma ormai dentro di me era scoccata una scintilla: non avrei rinunciato così facilmente ad una delle cose che adesso occupa la maggior parte delle mie giornate.
L’anno scorso mi sono anche preso l’impegno di fare da rappresentante per la mia scuola e, ve lo assicuro, ha esaurito qualsiasi energia che avevo nel mio corpo. La categoria di cui sono stato più fiero è stato musical. Mi ricordo ancora come se fosse ieri le domeniche passate con mia madre a cucire insieme le lenzuola per i fondali, le prove in teatro, in cui io e Sara siamo impazziti per far imparare agli altri i balli ed i pochi secondi prima di salire sul palco, in cui i miei compagni entravano e uscivano dal camerino in un via vai continuo di persone. Tuttavia, ciò che ancora oggi mi è rimasto impresso è l’inizio del nostro musical. Tutto lo stress, tutta l’ansia e tutte le preoccupazioni dei sei mesi precedenti mi sono crollati addosso facendomi dimenticare tutte le battute. Ero lì, da solo su un palco, con qualche migliaio di persone di fronte a me, che mi osservano, sapendo che i miei compagni contavano su di me. Provai ad improvvisare e da quell’insieme di parole uscì una frase che ancora oggi mi ritrovo ad utilizzare: “non tutto sembra come fa”.
Questa frase, che a primo impatto può non avere significato, dice molto sulla natura della mia scuola. Una scuola dove saremo forse in cinquanta a fare il festival, ma ognuno ci mette il cuore e l’anima. Ognuno di noi si impegna ogni giorno per poter arrivare sul quel palco e dare il meglio di sé e per poter dimostrare che non siamo da sottovalutare. Lo abbiamo già dimostrato quando l’anno scorso abbiamo soffiato il primo posto a musical, anche se sul palco eravamo forse un terzo rispetto alle altre scuole, e lo rifaremo anche quest’anno.
Il nostro musical per questo Festival sarà difficile da eguagliare: ad ogni prova lavoriamo per poter perfezionare ogni dettaglio e le nostre scenografie saranno ancora più maestose. I colori che lo faranno da padrone sono il viola e il marrone, che si riscontreranno nelle nostre scenografie e nei costumi. Quest’anno il copione e la regia sono curati da me e da Giacomo, che coordiniamo così ciascun aspetto del nascente spettacolo. Troviamo dunque Ludovica come coreografa e Chiara ad occuparsi dei costumi e delle scenografie.
“I balletti si devono integrare perfettamente con il resto del musical, e per fare ciò si deve trovare una perfetta sinergia tra le parti”, afferma Ludovica. Per raggiungere quest’obbiettivo abbiamo creato un apposito incontro settimanale nel quale ogni dipartimento fa il punto della situazione e si consulta con gli altri per decidere come procedere nei giorni successivi. In questo modo abbiamo potuto accorgerci subito dei problemi logistici per i cambi scena. Chiara commenta:”la scenografia si compone di diverse parti mobili che potranno essere trasportate e spostate facilmente grazie a delle ruote in plastica, ma i tempi di buio potrebbero non bastare per i cambi scena”. Interviene la coreografa dicendo che potrà coordinare lei stessa una squadra di runner: Alessio, Marco e Ludovica si sono offerti per questo ruolo. “In secondo luogo troviamo decine di coloratissime strutture, che in tinta con i costumi, formeranno una meravigliosa palette. Anche gli oggetti di scena saranno un punto forte e centro focale di ciascuno spettatore”, continua la scenografa.
Giulio si occupa dell’editing audio, e ad oggi la traccia unica è quasi completa: vedremo alternarsi quattro cantanti e ballerine di alto livello. Le canzoni della nostra rappresentazione sono tratte direttamente dal musical di Broadway, e Giacomo commenta:”prendere spunto e sintetizzare una storia bella ed imponente come quella a cui ci siamo ispirati è stato difficile, ma con l’aiuto di tutti e quaranta i partecipanti abbiamo raggiunto un altissimo livello, e il nostro obbiettivo di inclusione è stato totalmente soddisfatto”. Senza aggiungere altro e cadere in orribili spoiler, mi sento di aggiungere che non c’è mai stato un musical dolce quanto questo.
Il Festival 48 sarà l’anno della nostra rivincita perché al Rainerum “non tutto sembra come fa”.
(Alex)